Nel giorno della manifestazione di chiusura della Marcia per il Riscatto delle Comunità Rurali 2015, la piazza dell’orgoglio degli agricoltori si rivolge direttamente a Renzi: “abbi coraggio, vai fino in fondo, non credere alle sirene che non ci rappresentano”
Sul palco di Piazza Bocca della Verità a Roma, il team delle persone (tre agricoltori, un giornalista d’inchiesta e il coordinatore del movimento) che hanno condotto la Marcia del Riscatto delle Comunità Rurali 2015, sostenuti da oltre un centinaio di persone d’appoggio, ricapitola i primi numeri dell’esperienza: 36 i giorni di iniziative della Marcia (partita il 25 settembre da Matera), 45 le aree rurali e i comuni del Paese coinvolte, 17 le Regioni direttamente raggiunte e 3 coinvolte da delegazioni del movimento, circa 42 le interviste che documentano lo stato reale dell’agricoltura italiana effettuate, decine i comuni visitati cui sono stati consegnati i documenti e le proposte della Rete dei Municipi rurali, 7.126 i chilometri percorsi in tutta Italia dal Camper.
L’ultimo di questi chilometri è stato compiuto da diversi sindaci e da circa cinquecento persone arrivate soprattutto dall’area “calda” della mobilitazione fra Puglia e Basilicata insieme a delegazioni di altre regioni per tenere la Manifestazione finale a Piazza Bocca della Verità.
Qui il Movimento di Sindaci, Associazioni, Agricoltori e cittadini ha voluto sottolineare la distanza dalla celebrazione concomitante per la chiusura dell’EXPO che si stava tenendo a Milano
ott 31
La piazza dell’orgoglio della Marcia del Riscatto si rivolge a Renzi: non farti irretire da chi non ci rappresenta
ott 31
L’ultima tappa della Marcia del Riscatto: la povertà a Roma. Questa città ha sempre più fame
Durante una delle riunioni in cui abbiamo costruito la Marcia, Domenico, agricoltore di Irsina ha osservato: ” la povertà nelle città è più terribile che nelle campagne; da noi trovi comunque un orto, un campo, un agricoltore che ti da da mangiare. In città sei solo e, se sei povero, arrivi a dover rovistare nei cassonetti, fra i resti dei mercati generali o a dover mangiare alla Caritas”.
La sua riflessione ci ha guidato nel definire l’ultima delle tappe della Marcia; così stasera, ultimo giorno prima della manifestazione di chiusura della Marcia del Riscatto, siamo stati alla Mensa della Parrocchia di Santa Lucia dalle parti di Piazzale Clodio a Roma. Ci siamo andati all’ora della mensa serale, che il venerdi è “solo” di circa centodieci persone.
I commensali cenavano e noi abbiamo abbassato la telecamera e con rispetto siamo stati ad attendere che finissero, anche perché, ci dice Cesare “sai, magari loro hanno raccontato a casa loro di essersi sistemati, di aver raggiunto una condizione agiata e, se li vedessero in video mentre mangiano ad una mensa come questa, sarebbe un problema“.
ott 30
Com. Stampa – Si conclude la Marcia il 31 ottobre a Roma percorrendo insieme l’ultimo chilometro dei 7.000 già percorsi
Comunicato e invito alla stampa
Gli agricoltori, i sindaci, le associazioni e i movimenti compiono insieme l’ultimo km degli oltre 7.000 già percorsi per dire:
“NoImu agricola (si abolisca e non si ritocchi) e No alla demagogia del Made in Italy senza i nostri agricoltori e braccianti”
Arrivo il 31 ottobre alle 9 nei pressi dell’Arco di Costantino (Colosseo)
alle 10 partenza per l’ultimo Km verso Bocca della Verità e Manifestazione finale
ott 29
Solo lo 0,5 del vino italiano è ‘davvero biologico’
Colpa di un disciplinare che consente l’aggiunta in cantina di “diversi additivi chimici”
E’ pari solo allo 0,5% il vino ‘biologico ‘naturale’ su un 7%, che è invece la quantità totale di biologico prodotto in Italia. Come dire: c’è biologico e biologico. E non è affatto una questione di lana caprina. E’ una questione di sostanza.
“Ci siamo fatti condizionare dai lobbisti tedeschi, che partono da uve biologiche, ma poi realizzano vino in modo industriale”.
A dirci come stanno le cose è Alberto, che produce Barbera e Malvasia a Varano de’ Melegari (Parma).
Il “vero problema”, suggerisce, sta nel “disciplinare del biologico”. Finché ci muoviamo nella vigna, nessun problema.
“Tutti noi che facciamo il biologico non usiamo diserbo, né prodotti sistemici che entrano nel ciclo linfatico della pianta”. Si usa solo “verderame”. E fin qui il disciplinare è chiaro. I problemi e le differenze arrivano nel momento della vinificazione.
ott 28
Provincia di Parma. Tra Parmigiano Reggiano e Vini biologici
Nella mattinata del 27 ottobre, la marcia si sveglia ancora a Mantova, dove nella prima mattinata, intervistiamo l’amico e presidente dell’associazione “Insieme per la terra” Nicola Gozzoli e subito dopo averlo salutato ci mettiamo in viaggio per raggiungere la provincia di Parma e più precisamente la città di Borghetto di Noceto, dove incontriamo l’azienda “Ciaolatte” della famiglia Peveri, che produce nella zona Parmigiano Reggiano Biologico, nella quale intervistiamo il sig. Roberto il quale negli anni passati e stato uno tra i protagonisti della famosa battaglia dei “Cobas del latte”, sia sulla sua passata esperienza, ma anche sulla situazione oggi della zona di produzione di uno dei prodotti “Made in Italy” piu conosciuti al mondo.
ott 28
Il Parmigiano reggiano? Sempre più ‘surrogato’ e industriale
Il produttore: “Nelle aree di provenienza terre abbandonate e stalle chiuse”
Altro che d.o.p.
“Il 50% delle stalle da latte” da cui proviene il Parmigiano reggiano stanno chiudendo.
Dove prima c’era una stalla ogni 100 metri oggi prevalgono ampie distese di deserto. Siamo a Borghetto di Noceto (Parma).
Roberto, con le sue 120 mucche in mungitura, produce formaggio certificato bio: 2000 forme l’anno.
“La mia salvezza è quella di trattare con i Gruppi di acquisto solidale”. I Gas, per intenderci.
“In questo modo io prendo un prezzo congruo – chiarisce – e contemporaneamente il formaggio arriva direttamente sulle tavole delle famiglie, saltando tutti i passaggi intermedi”.
Le famiglie acquistano così, oltre al parmigiano, anche un pezzo di sapore che proviene da quel territorio. Roberto può interloquire con i cittadini consumatori e sapere come “sentono” il prodotto acquistato. Ma ha anche un altro canale con cui accede sul mercato: vende piccole quantità ad una cooperativa svizzera. “Loro così acquistano il parmigiano bio, che diventa ‘Swiss’”.
ott 26
La marcia fa tappa in Trentino
Il giorno 25 ottobre la marcia è in Trentino Alto Adige, nella città di Trento, dove in prima mattinata arriviamo alla manifestazione “Fai La Cosa Giusta”, una mostra mercato che ogni anno l’ultimo fine settimana di ottobre porta nelle strutture di Trento Fiere più di 200 fra agricoltori biologici, botteghe del commercio equo, associazioni, cooperative sociali e aziende che propongono prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente, provenienti da tutta Italia.
Io e Giuseppe facciamo volantinaggio nell’area che la mostra mercato ha dedicato agli agricoltori, girando per i circa 200 stend di produttori e agricoltori, lasciando il nostro appello alla marcia e spiegando chi siamo e invitando a sostenere e divulgare il Movimento Riscatto e a partecipare alla manifestazione del 31 ottobre a Roma; oltre a questo lasciamo a qualche espositore la nostra bandiera.
ott 26
Se ad Heraclea tagliare un ulivo poteva portare alla condanna a morte, quale sarà la pena per noi?
“Se ad Heraclea tagliare un ulivo nell’area sacra poteva portare alla condanna a morte, quale sarà la pena per noi?”. Lo chiederò mercoledì prossimo agli agricoltori toscani, quando li incontrerò nella tappa della Marcia del Riscatto nella loro Regione.
Siamo in Marcia ormai da un mese per attraversare i tanti mondi rurali di cui è fatta la penisola in cui viviamo, chiamando alla mobilitazione e ad alzare la testa. La Marcia è un lungo cammino di 7.000 km fra le tante diverse Italie rurali, dei suoi problemi e delle sue culture. Un cammino fatto alla ricerca del filo che le lega cercando di “camminare domandando” come ho imparato a fare dai contadini di altre parti del mondo in marcia permanente per difendere e salvare la loro identità sociale, culturale e il loro diritto a lavorare la terra senza esserne espropriati.
Mentre con i miei compagni di avventura (quelli sul Camper della Marcia ma anche i tanti che ci stanno supportando) compio il cammino, mi arrivano le immagini dei blocchi stradali delle donne e degli uomini in Salento per difendere gli ulivi. MI arrivano le loro voci, i loro documenti, il loro scatto di indignazione, la loro accorata difesa della loro terra, delle proprie radici, delle ragioni della propria economia ma, anche, della vita stessa di esseri viventi come sono gli ulivi maestosi nella loro sacralità.
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